Trattare l’incontinenza urinaria con la chirurgia: quando e in quali modalità

L'incontinenza urinaria è un problema che riguarda milioni di italiani, sia uomini sia donne, che si trovano a dover fare i conti con le perdite involontarie di urina. Le possibilità di trattamento sono attentamente valutate da un urologo che, all’occorrenza può decidere di ricorrere anche alla chirurgia. Tra le varie opzioni del caso rientrano le diverse procedure elencate di seguito.
Nel caso di un’incontinenza urinaria lieve, i principali sintomi possono essere alleviati attraverso gli esercizi di ginnastica pelvica abbinati, laddove necessario, ad un cambiamento positivo del proprio stile di vita.
In casi particolari, poi, l’urologo può prescrivere una terapia farmacologica mirata.
Nel caso di incontinenza urinaria medio-grave, invece, l'urologo può decidere di ricorrere alla chirurgia che elimini o riduca in maniera sostanziale i sintomi del disturbo.
L’intervento chirurgico è efficace soprattutto in caso di incontinenza urinaria da sforzo associata o meno a prolasso genitale.
Ecco le principali operazioni cui il paziente può essere sottoposto per combattere le fastidiose perdite involontarie di urina.
La sospensione del collo vescicale e lo sling pubo-vaginale
Tra gli interventi chirurgici che vengono praticati per trattare l'incontinenza urinaria da sforzo causata dall'abbassamento della vescica rispetto alla sua naturale posizione anatomica, c'è la sospensione del collo vescicale.
Questa operazione permette di trattenere la vescica in posizione tramite alcuni punti di sutura che la sospendono all'osso pubico.
Un'altra operazione chirurgica che permette di mantenere la vescica nella sua posizione anatomica è lo sling pubo-vaginale: sotto l’uretra vengono inserite delle sottili strisce di materiale che contribuiscono ad aumentare la continenza.
La chirurgia endoscopica e la soluzione del palloncino gonfiabile in silicone
In alcuni casi si può ricorrere poi alla chirurgia endoscopica, che risulta in genere meno invasiva rispetto agli interventi chirurgici sopra presentati ma che può avere minori probabilità di successo.
L’intervento consiste nell'iniettare nella zona peri-uretrale una sostanza apposita che ne inspessisce le pareti creando un restringimento dell'uretra che, a sua volta, riduce le perdite involontarie di urina.
L’operazione è piuttosto semplice può essere eseguita anche in modalità ambulatoriale, ma difficilmente porta ad una guarigione completa. L'eventuale risultato non è definitivo anche perché la sostanza iniettata si può riassorbire nel tempo.
Un’ulteriore soluzione chirurgica consiste nell'inserimento interno di un palloncino gonfiabile di silicone con l'obiettivo di provocare un restringimento dell'uretra.
La tecnica offre risultati migliori rispetto alla chirurgia endoscopica nel contrastare l’incontinenza urinaria da sforzo anche grazie alla possibilità di effettuare alcuni aggiustamenti post intervento e regolare la compressione dell'uretra in maniera ottimale.
Inserimento sfintere artificiale per le gravi incontinenze urinarie da stress
Gli interventi di posizionamento di uno sfintere artificiale sono riservati a casi gravi di incontinenza urinaria da stress. Lo sfintere artificiale consiste in un anello pieno di liquido che viene posto attorno all'uretra. Il suo riempimento o svuotamento, controllato mediante un dispositivo sottocutaneo azionabile dal paziente, permette di aumentare o diminuire la pressione uretrale con un conseguente miglioramento della continenza.